Napoli, 19 Marzo 2022 – Nel Martirologio Romano, 19 marzo, n. 1, si legge:
«Solennità di San Giuseppe, sposo della beata Vergine Maria: uomo giusto, nato dalla stirpe di Davide, fece da padre al Figlio di Dio Gesù Cristo, che volle essere chiamato figlio di Giuseppe ed essergli sottomesso come un figlio al padre. La Chiesa con speciale onore lo venera come patrono, posto dal Signore a custodia della sua famiglia».
Giuseppe oltre ad essere padre, incarna l’uomo, il marito, il compagno. Come tutti gli uomini del tempo, poteva fare della sua donna ciò che voleva, in caso di infedeltà metterla al bando, renderla oggetto di scherno di fronte al popolo ripudiandola pubblicamente, ma l’amore, quello vero, fece capolino in quell’uomo. Venuto a conoscenza “dell’infedeltà” di Maria, confuso, stupito e amareggiato decise di farlo in segreto, riservandole una delicatezza non abituale.
Esulando dall’aspetto religioso e divino, grazie al quale si attribuisce all’angelo il merito dell’accettazione da parte di Giuseppe di un figlio non suo, credo che lui, ossia quella tipologia di uomo, avrebbe accettato lo stesso di sposare Maria. Quell’uomo rappresenta l’amore vero che fa passare oltre, oltre uno sbaglio, un cedimento. Giuseppe nonostante “la vergogna”, ha avuto un solo pensiero, salvaguardare quella donna e successivamente, quella donna e il suo bambino, ecco che quell’amore lo trasforma in padre.
La parola padre, infatti ha la stessa etimologia della parola pane, la cui radice pa- indica protezione e nutrizione. Il padre come il pane sfama la famiglia. Nei tempi moderni, ormai in moltissime famiglie se ne occupano entrambi i genitori, ma il padre non deve dimenticare la sua funzione, proteggere la sua famiglia, e così come Giuseppe amarla nonostante tutto.
Voglio fare i miei auguri a tutti i papà del mondo e in particolare a chi sta combattendo per proteggere figli, mogli, esseri umani, a chi è caduto nel mentre in questa assurda guerra in Ucraina così come in tutte le altre nel mondo.
Non possono mancare gli auguri a mio padre Vincenzo, a lui devo la mia costante evoluzione verso un’elevazione che non ha limiti di età.
Lella